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La Realtà Virtuale, o VR, sta per arrivare ovunque e in qualsiasi aspetto della nostra vita: è una di quelle invenzioni che, fino a qualche decennio fa, potevano essere solo immaginate o scritte sui libri di fantascienza.
La tecnologia VR viene ampiamente utilizzata per scopi ludici e intrattenimento, ma può essere utilizzata nelle nostre vite anche per altri fini? Scopriamolo insieme, grazie anche al supporto di un articolo apparso sul portale machinedesign.com.
La tecnologia VR ha già dimostrato un potenziale enorme per quanto riguarda le cure mediche, la capacità di diagnosi e il training dei futuri medici. Parliamo di un giro d’affari (già) impressionante e con grandi margini di crescita: 5 miliardi di dollari stimati entro il 2023, secondo la Goldman Sachs. Entro il 2025, dice lo stesso studio, l’intrattenimento elettronico e la sanità saranno i due campi più popolari in cui si utilizzerà la Realtà Virtuale.
Come siamo messi ad applicazioni VR nella sanità? Ad oggi, possiamo dire che questa tecnologia ha avuto uno sviluppo disomogeneo, addirittura pigro in alcune parti del mondo. Nessuna app straordinaria ha visto mai davvero la luce, e le aziende che fanno parlare sono quelle con miliardi di dollari di budget per esperimenti e ricerca: le solite Google, Facebook e Microsoft.
Ma quali sono le applicazioni più popolari della VR nel mondo della salute? Eccone alcune.
Formazione dei nuovi medici. La suddetta tecnologia dà la possibilità agli aspiranti dottori di formarsi e fare una “full immersion” nel corpo umano, di esercitarsi con gli strumenti presenti su un tavolo operatorio, eccetera.
Migliorare la vista del paziente. Un’azienda, la Vivid Vision, offre trattamenti in VR per curare l’occhio pigro, la visione incrociata e altri difetti della vista. I pazienti indossano i visori e giocano a giochi immersivi, sotto la supervisione dei medici, che li guidano al corretto movimento degli occhi.
Trattamento dei disturbi d’ansia. L’idea consiste nel creare setting virtuali rilassanti, che spingono alla meditazione e alla calma – tramite esercizi da effettuare con supervisione di professionisti.
Terapie fisiche. L’azienda VRHealth, operante a Boston e in Israele, ha una missione precisa: migliorare l’efficacia dei modelli di trattamento odierni per la terapia fisica, controllo del dolore, problemi di coordinazione, riabilitazione cognitiva.
Ognuno di questi esempi è una dimostrazione che, nella vita quotidiana, la tecnologia VR è una realtà importante, da considerare e implementare nelle proprie vite (anche se sembra lontanissima dai normali dispositivi medici). È il futuro che avanza: faremmo bene ad iniziare ad abituarci!
Nonostante l’utilità e l’ottimismo che circonda questa nuova tecnologia e il suo utilizzo, c’è da essere comunque cauti. Le ragioni sono molteplici: innanzitutto, per il settore medico, si registra scarsa presenza di contenuti di qualità, nonché l’esitazione da parte degli operatori del settore sanitario nell’ investire nell’acquisto di visori (e software che girino al loro interno). Un’altra ragione è il prezzo e la cattiva ergonomia dei visori.
Ma rispondiamo alla domanda che molti, arrivati a questo punto dell’articolo, si saranno posti: può un visore VR essere considerato un dispositivo medico vero e proprio? Avendone studiato attentamente gli effetti e le conseguenze sui pazienti, i ricercatori e gli scienziati non hanno dubbi: sì, assolutamente. Anzi, molti di essi sono già riconosciuti e regolamentati sia dalla FDA che dalle leggi dell’ Unione Europea.
E voi, che idea vi siete fatti sulla Realtà Aumentata ed il suo utilizzo nel settore medico? Credete che questi visori possano aiutare concretamente i pazienti? Commentate la notizia, siamo curiosi di conoscere la vostra opinione: contattate Dispotech, your disposable excellence.